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Unigenitus - toro di Clemente XI -

Unigenitus , per intero Unigenitus Dei Filius , bolla emessa da Papa Clemente XI l'8 settembre 1713, che condanna le dottrine del giansenismo, movimento religioso dissidente in Francia. La pubblicazione della bolla iniziò una controversia dottrinale in Francia che durò per gran parte del XVIII secolo e che si fuse con la lotta per l'autonomia della chiesa francese, chiamata gallicanesimo, e con l'opposizione dei parlamentari (corti supreme) alla corona.

Unigenitus, che condannava 101 proposizioni teologiche dello scrittore giansenista Pasquier Quesnel contenute nel libro Riflessioni morali, fu pubblicato su richiesta del re francese, Luigi XIV, che desiderava sopprimere la fazione giansenista. Louis riuscì a ottenere l'accettazione iniziale della bolla, ma alcuni vescovi francesi (guidati da Louis-Antoine de Noailles, cardinale-arcivescovo di Parigi) la rifiutarono e il parlamento di Parigi la accettò solo con riserve. I giansenisti erano supportati dai magistrati dei parlamentari, che consideravano la bolla come un'ingerenza papale ingiustificata con la chiesa francese. La corona, nel sostenere il papa e quei vescovi francesi che accettarono la bolla, si trovò sempre più in contrasto con i parlamentari.

La controversia su Unigenitus scoppiò sul serio dopo la morte di Luigi XIV nel 1715. Nel 1717 quattro vescovi fecero appello contro la bolla a un futuro concilio ecumenico (che ritenevano avere autorità sul papa). Ma l'effettiva opposizione dei vescovi terminò con la morte del cardinale de Noailles nel 1729.

Come ulteriore colpo alla causa giansenista, una dichiarazione reale del 1730 fece della bolla una legge dello stato e minacciò gli ecclesiastici che la respinsero con la perdita di terre.

L'ultimo episodio della controversia si è verificato dal 1749 al 1754 sulla questione dei billets de confession. Le banconote erano documenti che affermavano la sottomissione alla bolla che sospettava che i giansenisti avessero ordinato di firmare dall'arcivescovo di Parigi, Christophe de Beaumont. Se rifiutassero, gli sarebbero negati gli ultimi sacramenti e la sepoltura in suolo consacrato. Il Parlamento di Parigi, rivendicando la giurisdizione su questioni di disciplina ecclesiastica e sostenuto dall'opinione pubblica, si oppose alle billette. Ordinò ai sacerdoti di amministrare i sacramenti a tutti i fedeli pena l'esilio e la confisca dei beni. Nel 1754 il re Luigi XV proibì la continuazione della controversia.

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